Lo smartphone fa male alla memoria? È questa la domanda di base di migliaia di diverse analisi che negli ultimi anni hanno trovato terreno fertile in tutto il mondo.
E, tra di esse, negli ultimi giorni è emersa anche quella del TPH, istituto svizzero di salute pubblica, secondo cui le radiazioni emanate dai dispositivi elettronici potrebbero avere un impatto negativo sulla memoria a breve termine, soprattutto negli adolescenti.
Per arrivare a tale riflessione lo studio ha monitorato le abitudini di 700 adolescenti svizzeri, di età tra 12 e 17 anni. A margine delle osservazioni, Martin Roosli, responsabile delle esposizioni ambientali e della salute presso l’Istituto, ha affermato come “la fonte di esposizione più rilevante per il cervello è l’uso di un telefono cellulare vicino alla testa.”
Numerosi studi hanno identificato dei potenziali effetti sulla salute correlati al RF-EMF, anche se i risultati sono rimasti inconcludenti”. Di contro, afferma ancora l’esperto, le attività connesse all’uso di smartphone, effettuate a distanza dal volto (l’invio di messaggi o l’uso di internet) non sembrano influenzare le prestazioni della memoria.
Qualche giorno fa, invece, un altro studio sul Journal of the American Medical Association – JAMA, aveva evidenziato il legame tra l’uso di device di ultima generazione e i livelli di attenzione. Per giungere alle conclusioni secondo cui l’uso della tecnologia possa contribuire al cosiddetto ADHD, il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività, sono stati analizzati più di 2.500 studenti di età tra i 15 e i 16 anni, tra il 2014 e il 2016.