Sono trascorsi 4 decenni da quando Martin Cooper della Motorola chiamò un collega della Bell, Joe Engel con un cellulare in strada a New York. D’allora moltissime cose sono cambiate, a partire da quelle più lampanti: la dimensione dei dispositivi.
Nel 1983 il primo telefonino pesava un chilo e la batteria durava soltanto mezz’ora. Un oggetto che ha visto radicalmente cambiare il proprio utilizzo, da mezzo “di emergenza” a status symbol dove tra le altre cose è possibile anche telefonare. L’oggi 85enne Cooper racconta di aver fatto il numero e detto al suo amico:” Alla Motorola c’è l’abbiamo fatta, la telefonia cellulare è una realtà”.
Dal 1983 passarono ancora dieci anni prima che il cellulare venisse commercializzato ed un mega investimento di un milione di dollari da parte di DynaTAC, per produrre il primo telefonino della storia. Quattromila dollari era il costo del primo dispositivo, che non possedeva nemmeno lo schermo. Da subito il ‘telefono portatile’ fece breccia nel cuore degli uomini d’affari, che lo sfoggiavano come uno status symbol. Solo agli inizi degli anni Novanta il consumo prese piede, raggiungendo il milione di esemplari. Con il tempo il telefonino cambiò man mano forma, fino a diventare sottilissimo (vedi il Motorola Razr), oppure pluriamato (vedi il Nokia 3310). Probabilmente molti di noi conserveranno a casa il primo modello del telefonino che hanno acquistato, e magari ogni tanto sorridiamo ripensando al loro costo esorbitante o alle loro funzioni.
Oggi siamo all’apice del successo per i telefoni, che nel frattempo sono diventati ‘smartphone‘ ovvero ‘telefoni intelligenti’. App, touch e super schermi a colori era un mercato inimmaginabile fino a qualche anno fa. Un business in continua crescita che non vede flessioni. Probabilmente nemmeno Cooper riusciva ad immaginarsi un futuro così dinamico, dove è possibile controllare la propria posta elettronica dal proprio cellulare, pagare il parcheggio e prenotare il ristorante per un cenetta a lume di candela.
di Daniele Trenca

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