L’Autorità per le Comunicazioni e l’Antitrust hanno criticato i costi di ricarica dei cellulari
ipotizzando ed auspicando la cancellazione o la riduzione ad una cifra simbolica.
Secondo l’Adiconsum la sua applicazione è a danno delle fasce più deboli: il costo di ricarica (normalmente di 5 euro) dei telefonini incide maggiormente nei tagli più bassi (circa il 33 per cento nei casi di ricariche da 3 euro) preferiti dai più giovani, mentre risulta impercettibile per chi sceglie tagli più grandi (per 250 euro di traffico, ad esempio, la ricarica incide per il 2 per cento).
Questo vale per i gestori 1,7 miliardi di euro annui, a fronte dei 769 milioni di spesa per la gestione del servizio.
Per queste ragioni l’Adiconsum auspica che un provvedimento dell’Autorità che preveda la cancellazione del costo di ricarica o quantomeno la riduzione ad una cifra non superiore ad un euro.
Questo costo, inoltre, vale solo in Italia.
Le Autorità si sono accorte che alcuni operatori (come Wind o Tre) hanno eliminato il costo di ricarica, ma la misura “non sembra sufficiente” perché riguarda solo i “tagli di ricarica più alti”.
Gli operatori, infine, hanno imposto costi di ricarica molto simili.
Questo significa – scrivono le Autorità – che Tim, Vodafone, Wind e Tre non si sono fatti
concorrenza come avrebbero dovuto e parrebbe quindi che possano avere istituito un cartello, tacito perlomeno.
Fonte: Adiconsum / Repubblica.it / AssoDigitale.it
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