Ribattezzata mediaticamente, con scarsa fantasia, WhatsAppite, il nuovo grido d’allarme sulla salute di giovani e meno giovani è stato lanciato dal periodico medico The Lancet, secondo cui sarebbero a rischio tutti coloro che passano troppo tempo con il telefonino il mano a digitare messaggi o effettuare altre attività.
Una malattia che – afferma l’intuizione – sembra altresì essere destinata a propagarsi rapidamente in tutto il mondo e in tutte le fasce anagrafica, favorita dall’espansione dell’utilizzo della tecnologia per qualsiasi (o quasi) azione umana e, prevalentemente, nella sfera anagrafica relativa ai ragazzi e ai bambini. Di qui la necessità di poter gestire nel migliore dei modi le proprie risorse muscolari, utilizzando – ove possibile – delle altre soluzioni, come ad esempio il riconoscimento vocale.
Ma da dove nasce il pregiudizio fisico che WhatsApp e le altre app di grande diffusione e utilizzo potrebbero portare in ciascuno degli utilizzatori di dispositivi di telefonia mobile? Il calcolo è presto fatto: sono sempre di più le persone che tengono in mano il proprio cellulare per alcune ore al giorno; tenendo in considerazione che il peso di un telefonino è superiore ai 100 grammi, e che i continui movimenti delle dita sollecitano in maniera piuttosto significativa la muscolatura e le articolazioni, il dato è presto tratto.
Ma esiste un modo per alleviare tali pregiudizi sul nostro fisico?
Le risposte sono molteplici, e l’utilizzo delle alternative “vocali” a quelle di digitazione è solamente uno step parziale per arrivare a una situazione di maggiore benessere. Un’alternativa può ben essere quella di procedere – più radicalmente – a un graduale distacco da questa dipendenza da interconnessione, limitando la consultazione del display del nostro cellulare a specifici momenti della giornata.
Un buon esempio potrebbe ad esempio quello di togliere la funzionalità delle notifiche automatiche, e procedere quindi con la rilevazione delle notifiche manuali a intervalli di 30 o 60 minuti e poi, gradualmente, di 2 o 3 ore. In questo modo dovremmo riuscire a diradare la frequenza con la quale si digita sul cellulare e, quindi e in ultima istanza, ridurre altresì gli effetti negativi della WhatsAppite & co.
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